Giovedì 11 marzo 2021 alle ore 18:30
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Dialogherà con l’autrice Giuseppe “Leo” Leonelli.
“Sono cresciuta convinta che avere figli fosse una condizione consequenziale, tipo: mi crescono i peli sotto le ascelle, mi vengono le mestruazioni, vado al liceo, faccio sesso, ho un figlio“
Figlia unica piena di fratelli, si sente sola e confusa. È artista di ruote e verticali, volteggia sui trampoli, ma finisce a fare il marketing delle mutande. Avere un bambino è il suo chiodo fisso, e si aspetta che sia naturalissimo, come per molte donne. Non per lei. Qualcosa si inceppa, i figli non arrivano. Prima restare incinta è un miraggio, poi le gravidanze inspiegabilmente si interrompono. Sarà l’utero bicorne, sarà qualcosa di sbagliato in lei, sarà la punizione per un amorazzo clandestino: le pensa tutte.
Ogni volta speranza, ogni volta paura, e poi forme diverse di dolore. Finalmente, in una nuova città e con un nuovo compagno, l’ennesima gravidanza sembra procedere bene. Invece no: gli allarmi si susseguono, il percorso è minato, non c’è pace. Ma poi nella prova più estrema, da un’incubatrice piena di tubicini, sotto il cappellino azzurro del respiratore, la più bella bocca mai vista le insegna la pazienza, il coraggio dell’attesa e dell’amore, il contatto con il nucleo incandescente del mondo.
Tieta Madia è nata a Milano nel 1983. La sua prima casa era una palestra e una scuola di danza, e Tieta fin da piccola impara a camminare sui trampoli e a fare acrobazie. Sfrutta queste abilità da grande, in una compagnia teatrale, per guadagnarsi l’indipendenza. Esibirsi sul palco non risulta però del tutto nelle sue corde, così alla prima gravidanza Tieta devia verso lavori più sedentari nella comunicazione. Dopo essere passata da un’agenzia all’altra, proprio come la protagonista del romanzo, approda al mondo inquieto dei free lance. Da qualche anno si è trasferita a Roma dove vive tuttora con il compagno e la figlia Eva. Eva e le sue sorelle è il suo primo romanzo, ispirato alle lunghe vicissitudini della sua maternità.